Dopo la gravidanza la pancia non ne vuole sapere di tornare come prima? Se è rimasta gonfia e avverti dolore a livello lombare e addominale potresti soffrire di diastasi dei retti addominali. Vediamo insieme di cosa si tratta.
E’ una patologia con sintomi non specifici e facilmente confondibili, di cui si è iniziato a parlare soltanto in anni recenti grazie ad associazioni create da gruppi di mamme. Tuttavia è più frequente di quanto si possa pensare: infatti il “mummy tummy”, il pancione, in quasi il 30% delle donne non regredisce da solo, soprattutto dopo la seconda o terza gravidanza e nel caso di parti gemellari. La causa è un cedimento delle strutture muscolo fasciali con l’allontanamento delle fasce muscolari verticali (i retti destro e sinistro).
In pratica, a distanza di mesi dal parto, ci si ritrova con una pancia da quarto/quinto mese, che risulta particolarmente gonfia la sera dopocena. E’ un problema estetico che può avere ricadute psicologiche anche importanti, ma non solo. La diastasi, infatti, si accompagna a problemi di tipo funzionale, perché la minore continenza della parete addominale può causare mal di schiena, difficoltà digestive, instabilità del bacino e incontinenza.
Hai il dubbio di avere la diastasi addominale? Puoi provare a fare un semplice test di autovalutazione:
- sdraiati sulla schiena e solleva le gambe di pochi centimetri, normalmente la parete addominale dovrebbe essere piatta invece, in caso di diastasi, c’è un’estroflessione dell’addome
- abbassa le gambe, appoggia i piedi con le ginocchia piegate e metti una mano sulla pancia con le dita in verticale circa 3 centimetri sopra l’ombelico: esercita una pressione sull’addome, nel caso di diastasi le dita affondano nella pancia. Solleva la testa e spalle come per effettuare un crunch: contraendo i muscoli il “foro” nell’addome diminuisce ma non si riduce considerevolmente se si aumenta la contrazione.
Si parla di diastasi quando il “foro” tra i retti è largo almeno 2 o 3 dita. Se è così cosa fare?
La dottoressa Elena Bertozzi, fisioterapista del pavimento pelvico e co-founder di Pelvìc Italia, ci spiega qual è il percorso da seguire.
“Consiglio di programmare o pensare a una valutazione della diastasi almeno a tre mesi dal parto, perché prima c’è un miglioramento spontaneo che va atteso. Durante la visita specialistica vengono fatti diversi test manuali per accertare l’entità del problema ed eventualmente anche un’ecografia. Per qualsiasi entità vale la pena intraprendere un percorso di riabilitazione, con esercizi posturali e di respirazione. Si insegnano i gesti quotidiani da evitare, tipo sollevare il bambino, come usare il proprio corpo e come comportarsi nella gestione dello sforzo. Nei casi più gravi si valuta l’intervento chirurgico”.
Quali sono gli esercizi più indicati per rinforzare la parete addominale? “Esercizi isometrici, ginnastica ipopressiva e posturale, infatti se mantieni una buona postura automaticamente attivi bene i muscoli addominali. Non si parla più, invece, di esercizi da non fare, bensì di come farli correttamente: anche il crunch non va evitato ma bisogna imparare a farlo nel modo giusto ovvero impiegando la strategia a ZIP (Questa strategia sarà il tema di uno dei prossimi video su instagram perciò segui sempre il profilo @fitisbeauty_official). L’esercizio fisico è sempre sì. La donna con diastasi deve sforzarsi quando esegue un esercizio per l’addome come può essere un crunch ad esempio, di fare un’attivazione corretta pensando a fare una contrazione che parte dal pavimento pelvico (come se si volesse trattenere la pipì) e risale verso la parte alta dell’addome con il “risucchio” del muscolo trasverso per poi procedere a eseguire il crunch (strategia zip). L’esercizio migliore è quello che attiva i muscoli in contrazione isometrica”.
Ti stai chiedendo se c’è un allenamento pre-parto che aiuta a scongiurare la diastasi? Purtroppo no.
Come ci dice la dottoressa Bertozzi, “non ci sono indicazioni su un’attività preventiva della diastasi. Paradossalmente le ragazze molto allenate e toniche possono essere quelle più soggette, perché la parete addominale è molto rigida. Dipende dalla costituzione e della qualità dei tessuti. Cosa importante: anche chi ha un pavimento pelvico ipertonico, ha la necessità di fare riabilitazione proprio per imparare a “rilassarlo”.
Ci sono consigli specifici di alimentazione? “Tutti i cibi antigonfiore possono aiutare (vedi la strategia FOODMAPs di cui si parla nell’e- book ADDIO PANCIA GONFIA a cura del Dr. Cucinotta – Dietista e Nutrizionista sportivo), ma il problema non ha una causa alimentare. Anche bere un bicchiere d’acqua può fare gonfiare la pancia a chi soffre di diastasi”.
Pensi di avere un problema di diastasi o una disfunzione del pavimento pelvico? Puoi visitare uno dei centri Pelvìc. Cosa offrono i centri Pelvìc? “Sono centri specializzati (per ora 6 in tutta Italia, con 4 nuove aperture tra settembre e ottobre) che si occupano anche di valutazione e riabilitazione della diastasi: viene prima valutata l’entità e in base a questa impostato un programma di riabilitazione personalizzato. Facciamo anche una presa in carico più ricca con l’utilizzo combinato di allenamento e trattamenti di radiofrequenza, che accelera i processi di guarigione del tessuto e, stimolando il collagene, migliora l’aspetto cutaneo a partire dalla lassità. E’ un percorso utile anche post intervento chirurgico, quando è molto importante la gestione delle cicatrici e garantire una buona guarigione dei tessuti. E poi c’è la ripresa dell’allenamento che va seguita passo-passo”.
Per maggiori info sui centri PELVIC: https://www.pelvic.it/
Con la consulenza della Dr.ssa Elena Bertozzi – Fisioterapista del pavimento pelvico (nella foto)