Ma è vero che le patate dolci hanno più carboidrati di quelle bianche?
È meglio mangiare quelle dolci o quelle bianche? Come le cucino?
Queste sono solo alcune delle tante domande che ricevo sul mio profilo Instagram e oggi ho deciso di fare chiarezza naturalmente sempre con la collaborazione del Dr. Giuseppe Cucinotta – Dietista e Nutrizionista sportivo non solo della Pallacanestro Brescia e della Feralpi Salò calcio ma anche della nazionale under 23 di calcio femminile
Per prima cosa è bene sapere che le patate dolci e quelle bianche hanno più o meno gli stessi valori nutrizionali e non è vero che quelle dolci apportano più carboidrati! Entrambe hanno circa 15-20gr di carboidrati ogni 100gr di prodotto. Ciò che le differenzia è l’indice glicemico ovvero il valore che ci dice la velocità con cui un determinato carboidrato fa innalzare la glicemia.
Tendenzialmente viene considerato ad alto indice glicemico (IG) un alimento con IG superiore a 70 che può provocare dunque un rapido aumento della glicemia. Il “può” è fondamentale perché, nella pratica, l’innalzamento della glicemia non dipende solo dall’indice glicemico di un alimento ma anche dalla quantità di carboidrati che esso contiene.
Mi spiego meglio: se un alimento ha un alto indice glicemico ma contiene pochi carboidrati (come le patate che ne contengono circa il 20%) non è detto che abbia un forte impatto sulla glicemia (che dipende anche dall’abbinamento con altri alimenti, dalla cottura e da altri fattori…).
Al contrario, un alimento con un basso indice glicemico ma con tanti carboidrati (come, per esempio, il riso integrale che ha circa il 70% di carboidrati e un IG di 50) può influenzare maggiormente la glicemia.
Per farvi un paragone è come avere due eserciti: da una parte uno composto da 15-20 soldati armati di pistole (le patate: pochi carboidrati, 15-20, ma ad alto indice glicemico, le pistole) e dall’altra uno composto da circa 70 soldati armati di arco e frecce (il riso: tanti carboidrati, 70, ma a basso indice glicemico, le frecce). Non è detto che un alto IG sia peggio di un basso IG: dipende anche da quanti carboidrati sono contenuti nell’alimento analizzato.
Fatta questa premessa possiamo dire che le patate dolci, soprattutto se cotte al vapore o bollite, hanno un IG inferiore a quelle bianche (50 vs 75-80) e sono da preferire specialmente se soffriamo di diabete di tipo 2 o resistenza insulinica.
Come abbiamo accennato prima, anche la cottura degli alimenti influenza l’indice glicemico e, per quanto riguarda le patate, bisogna prestare attenzione soprattutto alla cottura al forno poiché alza il loro IG.
Oltre ad un basso indice glicemico le patate dolci possono sempre trovare spazio in una sana alimentazione anche per l’elevato contenuto di Vitamina C (antiossidante, difese immunitarie), betacarotene (vista, pelle e ossa), vitamina A (antiossidante), potassio (regola la funzione dell’apparato cardiovascolare).
Cosa aspetti a metterle nella tua prossima lista della spesa?
Con la consulenza del Dr. Giuseppe Cucinotta- Dietista e Nutrizionista Sportivo
#Be healthy