Negli ultimi tempi la longevità è diventata un tema caldo, e ne ho già parlato anch’io per spiegarvi la connessione con l’esercizio fisico e l’alimentazione.

Perché torno sull’argomento? Perché quest’anno spegnerò 50 candeline e allora mi sono chiesta: avere un fisico tonico e pieno di energia è sufficiente per invecchiare bene? Così ho deciso di indagare: capire la mia età biologica (che può differire anche di molto da quella cronologica!), analizzare il mio stato di salute e scoprire cosa posso fare per assicurarmi una buona qualità della vita in futuro. Per questo sto seguendo il Programma Age360° di SoLongevity Clinic, clinica della longevità con base a Milano, di cui vi racconterò passo per passo, reel dopo reel e con approfondimenti su questo blog..

Prima di iniziare questo viaggio affascinate, dobbiamo di chiarirci le idee su alcuni punti chiave e lo facciamo con l’aiuto del dott. Alberto Beretta, immunologo e direttore del comitato scientifico SoLongevity.

Cos’è la scienza della longevità?

Nasce molti anni fa essenzialmente da due domande: in che modo il processo di invecchiamento influisce sul processo patologico e sulla suscettibilità delle malattie croniche? È possibile agire per prevenire tali processi e tali malattie, rallentando in qualche modo le lancette del nostro orologio biologico? Rispondere a questi quesiti non è affatto banale, e importanti scienziati in tutto il mondo stanno portando avanti studi pionieristici che intersecano e riuniscono diversi campi: dalla biologia di base alla fisiologia, dalla medicina rigenerativa alla terapia genica, dalle neuroscienze alla nutraceutica. Grazie anche a questi studi, che progrediscono a un ritmo davvero impressionante, oggi sappiamo che le patologie legate all’invecchiamento sono in parte determinate dalla genetica, ma anche dai fattori ambientali, modificabili, che producono le cosiddette alterazioni epigenetiche. Sotto questo cappello ricadono il nostro stile di vita, l’ambiente in cui viviamo, la nostra alimentazione. Semplificando, tutti questi fattori possono determinare il modo in cui i nostri geni si esprimono e, di conseguenza, la nostra predisposizione alle patologie croniche legate all’invecchiamento. Perciò la medicina della longevità è prima di tutto una medicina preventiva.

Due buone notizie

1_Visto che i differenti meccanismi alla base dell’invecchiamento si influenzano a vicenda, se si migliora anche soltanto uno di questi, miglioreranno automaticamente anche tutti gli altri.

2_ L’epigenetica è facilmente influenzabile dagli stili di vita e la ricerca ha identificato molecole di origine naturale, farmaci e interventi mirati capaci di rimettere in funzione i suoi meccanismi.

Cosa si intende per medicina di precisione?

Negli ultimi anni si è passati da una medicina a “taglia unica” a un approccio più sartoriale che tiene conto delle differenze individuali in termini di caratteristiche genetiche, ambientali e di stili di vita. La medicina preventiva anti-ageing non può non essere personalizzata, perché l’invecchiamento è diverso da persona a persona e differisce persino da organo a organo. L’approccio di precisione viene applicato per traslare nella pratica clinica il meglio della ricerca nell’ambito della scienza della longevità: ne sono un esempio gli orologi biologici che tengono conto delle modifiche epigenetiche di ciascun individuo per stimare l’età biologica. Nel campo della medicina di precisione rientra anche la diagnostica della longevità, cioè tecnologie di misurazione all’avanguardia che permettono di comprendere lo stato di salute e di invecchiamento biologico individuali per elaborare delle strategie di ringiovanimento e di recupero dei meccanismi fisiologici che sono alla base della maggior parte delle patologie croniche correlate all’età. Grazie a queste tecnologie, inoltre, è possibile verificare nel tempo l’impatto dei programmi proposti.

A cosa serve il programma Age360° a cui sto partecipando?

È un programma di diagnosi di precisione e medicina preventiva altamente personalizzato messo a punto da SoLongevity per migliorare la qualità della vita a ogni età: integrando le più sofisticate tecnologie diagnostiche e di intervento, permette di valutare a 360 gradi il livello di invecchiamento biologico individuale e la “riserva fisiologica” della persona, ovvero il potenziale di longevità non solo generale ma anche per ogni sistema fisiologico (metabolico, cardio-respiratorio, muscolo-scheletrico, cognitivo). È possibile analizzare oltre 700 parametri, sulla base dei quali lo staff medico e i pazienti individuano un piano d’azione specifico e misurabile.

L’obiettivo del percorso è potenziare le performance individuali e produrre un’azione di prevenzione attiva, agendo sulle radici delle malattie croniche non trasmissibili (come diabete, malattie cardiache, neurodegenerazioni) che possono compromettere la qualità della vita nell’età avanzata.

I risultati ottenibili:

  • un ringiovanimento biologico e fisiologico dimostrabile con i test di età biologica e i test metabolomici, completati dalle analisi cliniche e funzionali
  • un miglioramento delle performance fisiche monitorabile con i test fisiologici
  • un incremento del livello energetico, percepibile soggettivamente e monitorabile con test di laboratorio che analizzano i metaboliti mitocondriali
  • un miglioramento delle funzioni cognitive, monitorabile con test specifici eseguiti dal neuropsicologo
  • l’individuazione precoce di patologie asintomatiche grazie all’impiego di marker specifici ed esami clinici approfonditi
  • la prevenzione di patologie croniche per le quali esista una predisposizione familiare, evidenziata dalla storia familiare e dai test genetici
  • una riduzione del livello di infiammazione cronica silente e dei livelli di stress ossidativo, misurata con esami di laboratorio molto sensibili.

Guarda qui sotto la mia intervista al Dr. Beretta per approfondire il tema della longevità e del ringiovanimento biologico.

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