L’endometriosi è una malattia femminile molto diffusa e molto invalidante. Chi ne soffre lo sa bene: dolori cronici e persistenti che diventano particolarmente acuti durante il periodo mestruale e premestraule. Proprio per questo motivo tante volte viene sottovalutata e diagnosticata in ritardo (pensate che l’origine congenita della malattia era sconosciuta fino al 2009!). In Italia questa patologia, che può causare anche infertilità, riguarda oltre 3 milioni di donne.
Conosco bene questa malattia poiché ne ho sofferto anch’io quando avevo 25 anni. Invalidante davvero, avevo dei dolori improvvisi e lancinanti. Grazie al mio ginecologo, il Dr. Sommadossi, sono stata operata per tempo ( ho tolto anche una grande ciste ovarica) e per fortuna da allora non ho avuto più problemi. Sicuramente anche il mio stile di vita e una corretta alimentazione mi hanno aiutata molto. Per questo, quando ho letto del progetto della Fondazione Italiana Endometriosi, ho voluto subito approfondire e scrivere questo articolo perché possa essere d’aiuto a qualche donna che sta vivendo la mia stessa situazione.
Come dicevo, l’alimentazione è molto importante, e non solo a scopo estetico… Il nostro corpo, infatti, risponde molto rapidamente a ciò che mangiamo e nel caso dell’endomentriosi questa correlazione è dimostrata da diversi studi. Ecco perché la Fondazione Italiana Endometriosi, oltre a occuparsi di ricerca e diagnosi precoce, ha avviato un progetto nutrizionale per fornire un percorso di alimentazione appropriato.
La dieta è un alleato importante per attenuare i sintomi come crampi pelvici, gonfiore e stanchezza, e aiuta a rimuovere gli estrogeni in eccesso (l’ormone sessuale femminile) responsabili del loro peggioramento. Non è semplicemente questione di mangiare “sano” ma di mangiare i cibi giusti: limitare quelli che acuiscono l’infiammazione e introdurre quelli che la contrastano. Adottare queste abitudini alimentari porta anche altri benefici: aumenta l’energia, regola l’umore e migliora il sistema immunitario.
Cosa mettere nel piatto
Cosa mettere o cancellare dal menu ce lo dice la dottoressa Serena Missori, endocrinologa e diabetologa, nel libro “Il reset ormonale – dal ciclo alla menopausa senza stress”. La sua Dieta Endometriosi andrebbe seguita per almeno 6 mesi e calibrata in base al biotipo personale (è possibile scoprire il proprio grazie ai test presenti nel libro) .
I cibi sì
– avena una volta a settimana
– frutta oleosa e bevande di frutta oleosa
– avocado
– pesce azzurro di piccola taglia
– salmone selvatico
– consumare spesso cicoria e radicchio per favorire la disintossicazione epatica e il drenaggio
– basilico ogni giorno, quando è stagione, per la sua azione antinfiammatoria
– caffè di cicoria
– una porzione al giorno di crucifere (broccoli, cavolo, cavolfiore)
– frutti rossi tre volte a settimana
– un cucchiaio di curcuma al giorno
I cibi no
– evitare insaccati di maiale
– no agli zuccheri semplici, dolci confezionati e grassi idrogenati
– eliminare la soia e derivati della soia, perché contengono xenoestrogeni
– no all’alcool, che altera la funzione epatica indispensabile per rimuovere gli estrogeni
– eliminare il caffè che aumenta i crampi addominali e riduce il metabolismo degli estrogeni
– no a legumi che non siano decorticati o passati
– ridurre i derivati del latte, consentiti una volta a settimana: le loro proteine possono aumentare l’infiammazione stimolando la produzione delle prostaglandine infiammatore PGE2 e PGE2A.
La carne è ammessa?
La dottoressa Missori consiglia di evitarla per 2-4 settimane. Poi la carne bianca si può introdurre 2-3 volte a settimana, mentre quella rossa non più di 1 volta ogni due settimane, meglio se biologica: infatti può aumentare la produzione di prostaglandine infiammatorie e quella da allevamento intensivo può contenere ormoni.
E il glutine?
L’assunzione va ridotta per 2-4 settimane ed è meglio prediligere cereali a basso tenore (come farro, timilia, Senatore Cappelli) o senza glutine (riso, quinoa, miglio ecc.). Il glutine infatti può causare infiammazione e le donne con endometriosi sembrano essere più sensibili a questa sostanza.
#Be healthy