Il calo degli estrogeni e l’aumento del girovita sono la tempesta perfetta che innesca tutta una serie di processi infiammatori, a partire dall’alterazione dei valori di glicemia e insulina. E ci espone a rischi importanti. Il trucco? Iniziare a pensarci per tempo.
Brain fog, disturbi del sonno, depressione, rallentamento del metabolismo, predisposizione alla sindrome dell’intestino permeabile, aumento del fattore di rischio cardiovascolare: la menopausa crea un effetto domino che può essere anche molto impattante sulla nostra salute. La buona notizia è che possiamo aiutarci con uno stile di vita adeguato, ma dobbiamo farlo subito. Il perché ce lo spiega la dottoressa Lucia Calò, specialista in ginecologa e ostetricia.
“E’ importante parlare di menopausa già a 35/40 anni perché i meccanismi di modifica metabolica iniziano molto prima. Bisogna cominciare a lavorare per avere un assetto fisico e un comportamento virtuoso così da ridurre il più possibile quello che avviene biologicamente in menopausa. Invece in Italia il 38% donne è in sovrappeso a 45 anni: se arrivi già con qualche chilo di troppo poi sei svantaggiata tanto più che il metabolismo rallenta (è stato calcolato che grazie alle mestruazioni di “bruciano” circa 2 chili all’anno). La chiave per accelerare il metabolismo è l’attività fisica ma chi non l’ha mai fatta difficilmente avrà voglia di iniziare a questa età.
Il trucco sta nella consapevolezza che bisogna adottare un comportamento pro-attivo il prima possibile, attraverso attività fisica e alimentazione”.
Come agisce la menopausa sul meccanismo glicemia/insulina?
“La menopausa è un periodo di forte rischio per l’insorgenza di insulino-resistenza in quanto gli estrogeni sono molto importanti per rendere le cellule sensibili all’insulina. Quando la glicemia si alza, il pancreas produce insulina che ha il compito di “stoccare” gli zuccheri nel fegato e nei muscoli. Con il calo degli estrogeni le cellule diventano meno sensibili perciò il pancreas deve produrre molta più insulina per ottenere lo stesso risultato. Se questa situazione si perpetua nel contesto della menopausa, che è un’infiammazione cronica di basso grado, comporta una serie di rischi”.
Perché è rischioso l’eccesso di insulina?
“Da un lato l’iperinsulinemia aumenta il tessuto adiposo nella fascia viscerale che è un tessuto di tipo infiammatorio: infatti, come ormai sappiamo, si tratta di un organo endocrino e contribuisce al circolo vizioso dell’infiammazione. Dall’altro lato, aumenta il rischio cardiovascolare e rende la donna più predisposta verso il diabete e la sindrome metabolica. Sul versante oncologico, l’insulina favorisce la crescita cellulare: è un fattore fattore pro-cancerogenico e se si ha avuto tumore al seno impedisce di difendersi con i farmaci”.
In che modo interviene l’attività fisica? Qual è il vantaggio di aumentare la massa muscolare?
“L’attività muscolare richiama zuccheri e innesca un meccanismo virtuoso per cui il glucosio viene usato dalla struttura muscolare, mentre aumenta il dispendio energetico che porta a ridurre il tessuto adiposo e di conseguenza riduce l’infiammazione in generale. Inoltre in menopausa si perde massa muscolare che viene sostituita dal tessuto adiposo: fare attività isometrica rimpolpa il muscolo e contrasta la sarcopenia. Il muscolo è la centralina energetica, se lo lasciamo sostituire dal tessuto adiposo riduciamo il metabolismo e ci arricchiamo di un tessuto che produce citochine pro-infiammatorie”.
Ricorrere agli integratori aiuta?
“Gli integratori sono fondamentali in questa fase di vita, perché anche con un’alimentazione virtuosa non riusciamo a fare più di tanto. La “longevity revolution” di cui si parla tanto va tutta nella direzione antinfiammatoria, visto che il nostro sistema di antiossidanti fisiologico viene alterato mano a mano che invecchiamo. Purtroppo è un mondo costoso. Io in genere consiglio la berberina per la parte metabolica (agisce su glicemia e colesterolo), gli Omega 3 con funzione antiossidante e per problemi cardiologici, e il magnesio, ma dipende dal tipo, per i disturbi del sonno. Poi c’è il capitolo del microbiota intestinale, importante per contrastare il gonfiore e il dolore addominale”.
La menopausa “pesa” allo stesso modo su ogni donna?
“Ogni situazione è diversa, esistono le menopause e non la menopausa. Le vampate purtroppo sono un importante fattore di rischio cardio vascolare e anche di decadimento cognitivo, oltre ad agire sul sistema osseo. Però attenzione: anche se la menopausa è asintomatica non significa che non si corrano i rischi connessi ai livelli bassi di estrogeni. La terapia ormonale interviene in modo positivo, dando una mano non indifferente a rallentare il processo”.
Visto che ci sono così tante implicazioni, a quali sono gli specialisti è bene rivolgersi?
“Di fatto si sta passando da un approccio specialistico a un approccio olistico. Proprio per accompagnare le donne a 360° in questo percorso, durante la pandemia ho creato il Centro Menopausa dell’Ospedale Macedonio Melloni di Milano: dopo una prima visita di impostazione ginecologica si viene indirizzate agli specialisti per le diverse problematiche e si organizzano già le visite col diabetologo, lo psicologo, il cardiologo, l’endocrinologo… E’ tutto convenzionato col Sistema Sanitario e le richieste sono tantissime”.
Con la collaborazione di Lucia Calò, specialista in ginecologia e ostetricia, sessuologa clinica e responsabile Centro Menopausa e Ginecologia Endocrinologica Ospedale Macedonio Melloni Milano
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