Parliamo di un problema che riguarda tante donne che si trovano ad affrontare questa fase di passaggio della vita. Ci si scopre (chi più, chi meno) stanche, stressate, con problemi di insonnia, la pelle secca e qualche chilo in più. Ma è colpa del calo degli ormoni femminili o della tiroide che funziona male?
La Dottoressa Guia Vannucchi, specialista in endocrinologia e tiroide, ci spiega la relazione tra la menopausa e la ghiandola “a farfalla” che svolge un ruolo fondamentale per la nostra salute.
“La tiroidite è un’infiammazione cronica della tiroide: nella maggior parte dei casi si tratta di tiroidite autoimmune di Hashimoto, che è la più frequente causa di ipotiroidismo e colpisce prevalentemente le donne con altre patologie autoimmuni o con una predisposizione genetica. Per alcuni anni può rimanere in condizione di eutiroidismo (cioè non determina ipotiroidismo) ma poi gli auto-anticorpi generati erroneamente dal sistema immunitario attaccano la tiroide e alterano l’architettura ghiandolare finché questa non riesce più a lavorare e insorge l’ipotiroidismo.
Quindi quando parliamo di tiroidite siamo di fronte a due possibili situazioni: tiroidite eutiroidea o con ipotiroidismo primario autoimmune, che comporta l’alterazione del TSH”.
C’è connessione tra calo degli estrogeni e tiroidite autoimmune?
“Spesso le patologie tiroidee si manifestano nei momenti di passaggio della donna, come la pubertà, la gravidanza (vengono riscontrate in questa fase in quanto interagiscono col sistema riproduttivo) e la menopausa. Però non c’è una connessione diretta e causale: il problema non è tanto il calo degli estrogeni quanto la decade di vita dopo i 50 anni”.
A quali segnali fare attenzione?
“La tiroidite, in presenza di anticorpi nel sangue o di evidenza ecografica, di per sé non comporta alcun sintomo finché il valore del TSH è normale. La sintomatologia si manifesta solo quando arriva l’ipotiroidismo (e quindi si altera il TSH): allora può comparire stanchezza, rallentamento metabolico, aumento del peso e difficoltà a dimagrire.
Il problema è che sono disturbi generici e molto simili a quelli collegati alla menopausa. Se con un TSH molto alterato posso aspettarmi tutta una serie di sintomi, quando è moderatamente elevato i sintomi sono da attribuire più alla menopausa che alla tiroidite. E’ bene chiarirlo anche per non creare false aspettative sulla correzione del TSH che, in questi casi, può non avere gli effetti sperati sul sonno, sul peso corporeo o sul gonfiore”.
Come si corregge l’ipotiroidismo?
“Con l’ormone tiroideo sostitutivo, ovviamente modulando la terapia a seconda dell’età e in funzione di eventuali co-morbilità, come la presenza di ipercolesterolemia, diabete e tutte le malattie metaboliche. In caso di obesità il TSH alterato interferisce con la capacità di dimagrire: se non correggo l’ipotiroidismo faccio molta più fatica a perdere peso pur adottando uno stile di vita adeguato”.
Qualche falso mito da sfatare?
1_La dieta può aiutare la tiroide a lavorare meglio
“Non esistono cibi che fanno bene, così come cibi che fanno male. La scienza non ci dà nessuna evidenza, almeno per ora (forse un domani grazie alle nuove ricerche sul microbioma). L’unica certezza è che lo iodio fa bene: introdotto con l’alimentazione aiuta nella profilassi dei noduli mentre la sua carenza è tra le principali cause di ipotiroidismo, anche se non ha molto a che vedere con l’autoimmunità. E’ raccomandato l’uso di sale iodato fin da bambini. Attenzione ai sali “alla moda”, come il sale dell’Himalaya e quelli aromatizzati, che non contengono iodio. Il fabbisogno è di 150 microgrammi al giorno, in gravidanza e allattamento sale a 250 microgrammi. Va ricordato che lo iodio è presente anche in alimenti come pesce, crostacei e uova”.
2_La soia fa male
“Falso, però infastidisce l’assorbimento di levotiroxina, l’ormone tiroideo sostitutivo, nelle formulazioni in compresse allo stesso modo degli alimenti integrali. Per evitare interferenze basta distanziare di circa un’ora l’assunzione del farmaco, che va preso al mattino, dalla colazione”.
3_Mangiare crucifere fa ingrossare la tiroide
“Alcuni anni fa ci furono segnalazioni che potessero avere un effetto gozzogeno, interferendo con l’assorbimento dello iodio, ma bisognerebbe mangiarne una quantità smodata tipo 10 chili di cavolfiore al giorno”.
4_Andare al mare fa male
“Non interessa alla tiroide, lo iodio che serve è quello che introduciamo a livello alimentare. Altro falso mito è che al mare devo modificare la terapia, mentre non cambia nulla”.
5_I prodotti dimagranti con alghe e fucus sono da evitare
“Sono rischiosi in caso di ipertiroidismo, perché aumentano troppo la quantità di iodio con un possibile effetto tossico. Posso trovarli nelle tisane, negli integratori e nei trattamenti snellenti. Da evitare anche i disinfettanti e i collutori formulati con principi attivi a base di iodio”.
Con la collaborazione della Dottoressa Guia Vannucchi, specialista in endocrinologia e tiroide presso Auxologico di Milano
Foto di Ugo De Berti, www.udb.it
#Be healthy